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LO SGOMBERO DELLA CLAC!

Il 15 gennaio 2020 alle ore 7:00 il sindaco di Padova Sergio Giordani, per mezzo di un'ordinanza urgente di sgombero e con ingente dispiego di forze di polizia, con un'azione a sorpresa ma preparata da tempo negli uffici di Palazzo Moroni ci ha allontanati dagli spazi dell'ex Macello di Via Alvise Cornaro che sono in uso alla CLAC in base ad una concessione del Comune stesso del 1980: la sede è stata murata, senza un avvertimento e senza un'alternativa, dopo mesi di trattative e dialogo con l'amministrazione completamente ingannevoli

Il 15 gennaio 2020 la palazzina di destra dell'ex Macello di Padova, in Via cornaro 1 B, è stata sgomberata dalla polizia su ordinanza del sindaco di Padova Segrio Giordani.

Per tutta la mattina Via Cornaro, che collega due importanti arterie della viabilità cittadina, Via San Massimo e Via Gattamelata, è stata parzialmente chiusa al traffico per effettuare la suddetta operazione di sgombero coatto.

La motivazione dello sgombero risulta essere la dichiarazione di inagibilità della palazzina suddetta, trasmessa dal settore Lavori Pubblici al settore Patrimonio Partecipazioni e Avvocatura nonché al settore Polizia Locale e Protezione Civile in data 17/09/19 (prot. 368431).

Due settimane dopo, il 30/09/19, avviene l'incontro tra la maggioranza degli assessori della giunta comunale e le associazioni della CLAC, in cui presentiamo un progetto di rigenerazione degli spazi che prevede la ristrutturazione dello stabile e il ripristino delle attività nel Parco retrostante. In tale occasione, nessuna notifica dell'inagibilità ci viene consegnata.

Tale incontro nasce dalla necessità di chiarire una situazione storicamente precaria: per 45 anni associazioni di volontari si sono prese cura dell'area dell'ex Macello di Via Cornaro, senza mai ottenere un riconoscimento formale circa la gestione degli spazi, pur avendola a più riprese richiesta. É' fondamentale fare presente che mai è stata dichiarata un'occupazione abusiva degli edifici dell'ex Macello di Via Cornaro da parte della CLAC.

In data 15/10/19, il settore Patrimonio Partecipazioni e Avvocatura comunica al Sindaco la sussistenza dei presupposti per procedere all'emanazione di un'ordinanza di sgombero dei locali per la tutela dell'incolumità pubblica (prot. 409868).

In data 10/01/20 - sempre tenendoci all'oscuro - viene notificata alla Prefettura l'ordinanza di sgombero della struttura, di cui sopra. Nonostante nel frattempo il dialogo con l'istituzione continui, è fondamentale sottolineare che mai viene notificata alla parte in causa l'intenzione, poi attuata, di estrometterla dallo stabile, creando di fatto una situazione surreale nella quale si progettava un futuro già condannato in partenza a non avere mai luogo.

Il presunto carattere d'urgenza del procedimento non vincola alla notifica dello stesso, tuttavia la scelta di non avvisarci di quanto stava accadendo e il fatto che la dichiarazione di inagibilità è stata depositata in settembre la dicono lunga rispetto alla trasparenza e all'onestà con cui le trattative sono state portate avanti.

Arriviamo alla mattina del 15 gennaio, quando dalle ore 7:00 inizia l'operazione di «messa in sicurezza» dello stabile: per portarla a termine si è ritenuto necessario bloccare una via chiave per il traffico cittadino, convocare due reparti della celere in tenuta antisommossa, innumerevoli veicoli di vari corpi delle forze dell'ordine, alte cariche della Digos e, non da ultimo, la polizia veterinaria a tutela della colonia felina, riconosciuta dal comune, ospitata all'ex Macello!

Considerando che il dialogo tra le parti nasceva dalla condivisione della problematica e la richiesta, da parte della CLAC, di trovare soluzioni concertate per la messa in sicurezza dell'area, mai ci saremmo aspettati un'azione così estrema.

Essendo certi che le modalità scelte dall'amministrazione non fossero l'unica via percorribile, siamo convinti che l'azione mirasse ad altri fini. Consideriamo quindi questa azione molto grave nonché mirata a lanciare discredito sulle attività e le associazioni stesse della CLAC.

Davanti al blocco della celere, con molti soci CLAC e altre persone che sono venute ad esprimerci la loro vicinanza e solidarietà - che teniamo molto anche in questa sede a ringraziare - ci viene inizialmente comunicato che lo sgombero consiste solo nella rimozione di materiale dalla cucina, ma dopo poco ci rendiamo conto che le porte d'accesso alla palazzina vengono murate, ATTO NON PREVISTO DALL'ORDINANZA. Inoltre, lo apprendiamo solo in seguito, due porte di ingresso alla medesima palazzina, della quale la CLAC non possiede le chiavi, NON vengono murate.

Compresa la gravità della situazione e esigendo maggiori chiarimenti, ci dirigiamo in corteo verso Palazzo Moroni, sede del Comune, dove attuiamo un presidio informativo, ottenendo che una delegazione della CLAC venga ricevuta dall'assessore al Patrimonio Andrea Micalizzi.

Il presidio vede una grande partecipazione, coinvolgendo più di un centinaio di persone tra curiosi e singoli cittadini, membri di gruppi e associazioni che insieme a noi intessono le reti della solidarietà a Padova.

Si presentano i rappresentanti delle associazioni CLAC, che esprimono rabbia e indignazione rispetto al procedimento in atto, seguiti da interventi di partecipanti all'iniziativa.

Durante la manifestazione chiedono di prendere parola il vice sindaco Arturo Lorenzoni e l'assessora Marta Nalin, alla presenza dell'assessora Chiara Gallani, dichiarando che Coalizione Civica non era stata messa al corrente dell'ordinanza e aveva appreso la nodizia dello sgombero soltanto la mattina stessa. Inoltre, gli stessi prendono le distanze dalla "forzatura" verificatasi durante la mattinata ribadendo, tuttavia, a loro dire, la pericolosità dello stabile e la necessità di trovare soluzioni alternative quale la ricollocazione delle singole associazioni in altre sedi. Vengono dunque ignorate l'esigenza, da sempre espressa dalla CLAC, di rimanere unita e la relazione storica tra la Comunitè e il Luogo Antropologico che l'ex Macello di Via Cornaro costituisce da decenni e che la Comunità abita e cura dal 1975. Il vice sindaco e le assessore tengono ad assicurare la volontà di continuare il dialogo interrotto ma alle parole dovranno seguano i fatti!

Il presidio si chiude con il resoconto del Segretario Generale della CLAC Salvatore Gentile sull'incontro avvenuto all'interno degli uffici comunali: si riporta la promessa di un confronto a “stretto giro” con il Sindaco per definire il reinserimento delle associazioni nella palazzina.

Nell'attesa di un incontro faccia a faccia e con l'aspettativa che si instauri un vero dialogo costruttivo:

CHIEDIAMO le scuse formali del Sindaco per la gravità del gesto di forzatura e per la denigrazione che, anche a livello mediatico, ha seguito l'atto, dipingendo le associazioni della CLAC come occupanti abusive «di area antagonista», definizione che respingiamo nel modo più categorico

RIBADIAMO la nostra ferma volontà di riottenere in breve tempo l'accesso all'edificio che ieri 15/01/20 è stato sgomberato, in modo da poter essere parte attiva nel processo di ristrutturazione dello stesso e di rigenerazione di tutta l'area dell'ex Macello

CHIEDIAMO la formalizzazione del rapporto con il Comune e un confronto tecnico rispetto alla progettualità sugli spazi dell'ex Macello di Via Cornaro

SIAMO CONVINTI che una collaborazione tra le Associazioni della Comunità per le Libere Attività Culturali e il Comune di Padova possa risultare vantaggiosa per entrambe le parti: proponiamo modalità progettuali e di intervento già sperimentate da altre amministrazioni sul territorio italiano e europeo, convinti come siamo che le forme di partecipazione dal basso che incontrano l'impegno dell'amministrazione possano apportare benefici ed aprire la via per un proficuo dialogo tra cittadini e istituzioni.

LA CLAC NON SI FERMA!

Le nostre attività continueranno fuori e dentro l'ex Macello di Via Cornaro!

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Il Parco Didattico dell'Ex Macello
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