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Ex Macello: un Laboratorio Culturale e sociale, inclusivo e intergenerazionale o... un mini "scientificio" per bambini?

Di cosa ha più bisogno il quartiere Portello? Domani alle ore 16 le commissioni consiliari III e V si riuniranno in teleconferenza per ascoltare gli assessori Micalizzi e Colasio riguardo il progetto di riqualificazione dell'area dell'ex Macello di Via Cornaro. La CLAC è stata invitata al dibattito quindi anticipiamo qui i nostri temi, le critiche e le perplessità rispetto all'intera impostazione del progetto ma anche rispetto alle modalità di azione dell'amministrazione cittadina, che non ha ancora trasmesso - almeno non a noi - le specifiche dei due progetti, quello della giunta e quello di Pleiadi Srl e che non ha ancora dato seguito a nessuna delle dichiarazioni fatte, dal vivo e sui giornali, fin dai giorni immediatamente successivi allo sgombero forzoso del 15 gennaio 2020
Ex Macello: un Laboratorio Culturale e sociale, inclusivo e intergenerazionale o... un mini "scientificio" per bambini?

Il "concept" del Progetto 2019 della CLAC

6 aprile 2021

Giovedì 17 marzo 2021 l’amministrazione cittadina ha annunciato la presentazione del progetto Co-stellazione Portello all’interno della proposta presentata per il bando nazionale “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”. Nel progetto è stata data grande visibilità alla “Cittadella della Scienza” che l’amministrazione prevede all’interno dell’ex Macello di Via Alvise Cornaro.

È arrivata quindi una risposta a mezzo stampa alle domande sollevate dalla CLAC ma anche dalla stessa commissione consigliare delegata a occuparsi dell’area che si era riunita il 30 settembre 2020.

In sede di Commissione Consigliare, infatti (il verbale della riunione del 30/09/2020 è disponibile su https://www.padovanet.it/sites/default/files/attachment/verbale%20n%208%20III_commissione%20cong%20V%20n%2031%20del%2030_09_2020-1.pdf ), la CLAC aveva richiesto che venisse reso noto il progetto che stava venendo costruito insieme a Pleiadi Srl per l’area, il famoso progetto di “Cittadella della Scienza”, annunciato dall’assessore Colasio già a partire dal 2019, (articolo del mattino del 29/03/2019), ben prima dello sgombero della CLAC.

Nella seduta del 30 settembre non solo la CLAC ma anche alcuni consiglieri mettevano in luce la scarsità di trasparenza nella gestione del rapporto tra Colasio e Pleiadi Srl ( Foresta), sollecitando gli assessori che si interessano all’area a tener presente la voce della CLAC, in quanto principale testimone e protagonista essa stessa della storia che aveva animato il luogo, restaurato gli edifici e raccolto il materiale che verrà utilizzato per lor sviluppo del parco tecnologico (Bettella) e la necessità di fornire risposte chiare (Callimani), lamentando inoltre che venisse presentato alla stampa un progetto ancora non visto dai consiglieri (Ruffini). Colasio aveva quindi spiegato di aver coinvolto una cooperativa che aveva inviato una manifestazione di interesse per costruire insieme un progetto di allestimento di un polo museale scientifico. Rispetto a questo, sia Micalizzi, che Nalin, che Benciolini dichiaravano che dovesse esservi tra i presupposti fondamentali la partecipazione del mondo associativo, specialmente di quello che vi aveva operato negli anni.

L’avviso di ricerca di partner per la partecipazione del Comune di Padova al PROGRAMMA INNOVATIVO NAZIONALE PER LA QUALITÀ DELL’ABITARE viene pubblicato il 24 dicembre 2020 con scadenza il 02/02/2021, poi prorogata al 12/02/2021. Un mese e mezzo, comprensivo di vacanze natalizie, per la preparazione di una proposta che richiedeva evidentemente di essere a conoscenza di aspetti tecnici e di aver già potuto condividere informazioni e intenzioni con l’ente pubblico per poter partecipare.

Nonostante gli accordi dell’amministrazione successivi allo sgombero di garantire alla CLAC il coinvolgimento nel progetto di recupero del luogo e la riassegnazione di spazi nell’area, non vi è stata condivisione delle intenzioni e dello sviluppo congiunto di una progettualità, come invece è stato fatto con Pleiadi Srl, che ha potuto così arrivare preparata alla richiesta di partner da parte del Comune.

Ciò che inoltre lascia molto perplessi è la grande coincidenza delle proposte dell’assessore Colasio con ciò che negli anni è stato costruito e sviluppato dalla CLAC. Proprio per questo motivo, sin dai primi incontri con il Sindaco e gli assessori competenti, la CLAC aveva richiesto di essere coinvolta nell’elaborazione del progetto che l’amministrazione stava pianificando, mettendo in evidenza che nel corso degli anni ha presentato in via formale all’amministrazione numerosi progetti per la valorizzazione dell’area.

Per citare solo gli ultimi 2:

  • nel 2013 presenta all’assessore al Verde Andrea Micalizzi e poi nel 2017 ripropone all’assessora al Verde Chiara Gallani un progetto di *Affidamento in Adozione* per la riattivazione del Parco Didattico, redatto su strumento apposito del Comune, approvato dal Settore Verde e in seguito anche dalla Soprintendenza, che dopo la prima approvazione informale di Micalizzi, in sei anni di iter non ha più ricevuto un’approvazione formale da parte dell’amministrazione cittadina e non ha mai ricevuto nemmeno una risposta scritta, nemmeno per respingerlo. Il progetto prevede la formalizzazione e stabilizzazione di quello che era stato un impareggiabile modello di educazione ecologica, civile e ambientale;
  • il 30 settembre 2019 (sicuramente prima che Pleiadi Srl inviasse la sua manifestazione di interesse) è stato presentato a tutti gli assessori competenti un secondo progetto per l’area, più ampio e complessivo, inteso come spunto di partenza per un dialogo costruttivo che possa portare a realizzare: un restauro per step dei vari spazi, da attuare anche grazie alle pratiche già sperimentate negli anni, dalla CLAC e dalle amministrazioni, che hanno permesso il restauro della copertura della ex grande Sala di macellazione (detta “basilica” o “cattedrale”) e il rifacimento di altre coperture, tra cui quella del corpo a T, che ospita l’attuale Planetario, con la collaborazione della Scuola Edile di Camin; lo sviluppo congiunto di varie modalità di raccolta fondi che prevedono (come l’amministrazione sta ora proponendo) un mix di partecipazione a bandi pubblici, interventi di privati e campagne di raccolta fondi; lo sviluppo di attività legate all’economia circolare, alla sostenibilità ambientale, alla cultura e all’innovazione digitale, in collaborazione con le realtà presenti nell’area, con l’università e con aziende e cooperative che si occupano di attività affini.

La collaborazione con l’università fu uno dei motori che alimentarono le attività della CLAC fin dagli esordi, con la pulizia del terreno, l’asportazione delle conifere introdotte nel periodo fascista e la progettazione del primo Parco Didattico.

Per quanto riguarda la dimensione internazionale e la collaborazione tra università ricordiamo che la CLAC, assieme al Club UNESCO di Padova (f. 1987) e al Servizio Civile Internazionale, che ha avuto sede per oltre un decennio presso la CLAC, ha organizzato attività di rigenerazione, manutenzione e autorecupero dell’area coinvolgendo giovani e istituzioni da tutta Europa e oltre.

Le visite didattiche eco-naturalistiche nel Parco, dotato fin da subito di diversi topoi specifici come serra, semenzai, orto biologico, stagni, e di specie arboree, arbustive ed erbacee tipiche della foresta planiziale europea sono state il cuore delle attività della CLAC, con migliaia di presenze, in quasi tre decenni di attività, tra insegnanti (corsi per insegnanti) e alunni (corsi per bambini e ragazzi).

La CLAC ha inoltre raccolto 20.000 libri, costruendo un catalogo per una biblioteca internazionale di libri per l’infanzia di 5.000 volumi, ora murata nell’edificio all’entrata sgomberato, alla quale tuttora la CLAC non ha più accesso nonostante non vi siano rischi strutturali.

La raccolta di calcolatori e personal computer del Museo Didattico di Storia dell’Informatica “Amici dei Tesori del Mondo” FMACU-UNESCO, avviata da Francesco Piva con la collaborazione del Club UNESCO e della CLAC nei primi anni Novanta del Novecento, nel progetto dell’amministrazione cittadina dovrebbe essere utilizzata per la creazione dei futuri spazi destinati all’informatica. L’obiettivo di Francesco Piva e della CLAC era di fornire una panoramica approfondita dell’evoluzione dei sistemi di calcolo elettronico che si combinava con analisi e interventi sociologici e culturali che portassero ad una riflessione sulle opportunità e ma anche sulle criticità dell’utilizzo della tecnologia, oltre che a spazi laboratoriali in cui le principali innovazioni tecnologiche potessero essere gestite in un coworking destinato a studenti e ricercatori.

Le attività artistiche, culturali e associative, che fino a prima dello sgombero hanno animato gli spazi dell’ex Macello, offrivano uno spazio di socialità e aggregazione ad una comunità intergenerazionale in cui convivevano realtà che offrivano attività accomunate da una visione antropologica e sociologica di sostenibilità in cui il rispetto e la valorizzazione dell’arte, della natura, delle attività manuali e laboratoriali, unite all’innovazione tecnologica ma sempre accompagnate alla cura e alla preservazione dei rapporti umani che si creano attorno alla ricerca, alla produzione materiale e alla fruizione culturale, possano costituire un percorso “didattico” completo e gratuito.

Il comunicato stampa dell’amministrazione cittadina annuncia la

creazione di una innovativa “Cittadella della scienza”, sul modello degli Science centre internazionali, affiancando alcuni spazi per lo sviluppo di progettualità che coinvolgano le realtà del territorio. Il museo intende essere volano di socialità e arricchimento culturale per famiglie, comunità scolastiche, giovanili e associative locali, ma anche polo di attrazione di rilievo sovralocale, rafforzando una vocazione di quest’area, caratterizzata dalla presenza del vicino polo scientifico dell’Università, nonché di spazi già dedicati alla ricerca e divulgazione scientifica, all’interno delle strutture dell’Ex Macello, quali quelli del Planetario”

designando gli spazi che verranno assegnati a ciascuna attività, parte del science center: food and living, biglietteria e bookshop, planetario, uffici direzionali, museo dell’informatica, “collezione Piva” (un'espressione fuorviante che invitiamo a non usare) e spazio teatrale, locale tecnico e laboratorio multimediale, children’s museum, serra laboratorio, fab lab, spazio bene comune, parco didattico.

Tra di essi sembra di capire che alle associazioni verrebbe assegnato l’edificio a L di 289 metri quadri suddivisi in 4 locali che si trova in fondo al Parco.

Ci chiediamo come sia possibile pensare di racchiudere in quei quattro locali le attività svolte dalla CLAC con le sue 7 consociate e dalle altre associazioni presenti nell’area, tra cui il laboratorio di affresco, il teatro, l’osservazione degli astri, le attività di cooperazione internazionale e come sia possibile spogliare la CLAC, la realtà che ha valorizzato l’area portando, nel tempo, più di 100 realtà associative a operarvi, delle sue proposte e della sua storia, rendendole proprie e svilendone la portata e senza riconoscere il suo valore.

Fino a questo momento gli spazi per le progettualità che coinvolgono il territorio citati nel comunicato dell’amministrazione non corrispondono alle proposte presentate, che non sono state prese in considerazione, così come le realtà che le hanno ideate non sono state coinvolte nelle progettazione. Lo sviluppo di attività per la socialità e l’arricchimento culturale con la comunità associativa locale è stato dichiarato ma non ricercato.

L’assessore Colasio ha definito “buco nero” il percorso fatto dal Laboratorio Culturale dell’ex Macello in più di quarant’anni di vita, dopo aver bloccato una progettualità dal basso che ha costruito le condizioni indispensabili in base alle quali lo stesso progetto “Cittadella della Scienza” potrà forse essere reso possibile e dopo aver fatto propri tutti gli elementi che la componevano, rielaborandoli in chiave commerciale con soggetti da lui scelti a monte di qualsiasi gara d’appalto pubblica.

Pleiadi Srl è il principale soggetto, con il quale Colasio aveva già attivato un rapporto a partire dal 2019 e ci chiediamo, tra l’altro, la prevista area “food and living”, nella quale la CLAC svolgeva le proprie attività appunto di food and living negli ultimi anni, a chi verrà affidata e con quali modalità di evidenza pubblica.

Non possiamo che augurarci che queste modalità cambino, drasticamente, che le aperture che sono state più volte avanzate dall’amministrazione cittadina divengano reali e non restino parole vuote e inchiostro sui giornali. Ciò significherebbe innanzitutto mantenere l’impegno preso in febbraio e marzo 2020 di assegnare alla CLAC uno spazio nell’area, come tuttora avviene per le tutte le altre associazioni la cui presenza nell’area non è stata messa in discussione e che continuano ad operare all’interno dell’ex Macello anche dopo lo sgombero della palazzina del gennaio 2020.

Condividiamo la necessità di un percorso di partecipazione, di ascolto e riconoscimento reciproco tra la CLAC, le realtà già presenti nell’area e i soggetti scelti in quanto possibili finanziatori del restauro completo de gli edifici e potenziali realizzatori della “Cittadella della Scienza” ma continuiamo a sostenere un modello di recupero graduale e sostenibile degli edifici, nella forma dell’autorecupero, come fatto storicamente, per poterli riaprire gradualmente, affiancando al restauro un coinvolgimento della cittadinanza nella decisione sulle destinazioni d’uso. Siamo pertanto fiduciosi che la Partecipazione sia la strada attraverso la quale si possa arrivare ad avere un dialogo aperto e una gestione trasparente delle relazioni tra i diversi attori coinvolti e ci auguriamo che il percorso partecipato porti soprattutto a confrontare le due proposte presentate, in ordine temporale, quella della CLAC e quella di Pleiadi Srl e a farle dialogare tra loro, garantendo il riconoscimento del valore che un lavoro svolto per più di quarant’anni ha anche e proprio per l’eventuale realizzazione della stessa Cittadella della Scienza.

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Il Parco Didattico dell'Ex Macello
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